LA COMUNICAZIONE DI MASSA SOFFOCA LE IDEE NUOVE
Dire che la comunicazione di massa è d'ostacolo alle idee nuove, sembra essere a tutta prima una stupidaggine.Purtroppo questa considerazione è una realtà.
Immaginiamo un giornale (o una biblioteca) che voglia raccogliere tutte le idee nuove formulate in un dato momento di riferimento.Abbiamo già visto, parlando del problema dell'accesso ,che ritrovare un argomento qualunque all'interno di un simile insieme sarebbe praticamente impossibile.
Esiste un solo modo di rendere accessibile al lettore la materia delle idee contenute in un giornale o in una biblioteca: la massa del materiale deve essere ridotta.
Gli editori o i censori dovranno allora fare una selezione, selezione che sarà necessariamente malfatta, perchè a loro volta essi non saranno in grado di leggere una tale massa di informazioni per selezionarne alcune.Inoltre sarà ancora più difficile procedere a una selezione delle idee nuove e inconsuete dato che non può essere ancora stabilita la terminologia e che esse richiedono un certo periodo di riflessione.Editori e censori incaricati della selezione conserveranno automaticamente il materiale più mediocre e già noto,rifiutando le idee nuove.
Possiamo constatarlo quotidianamente ,sui nostri giornali, sugli schermi televisivi,ecc.
Immaginiamo ora un altro esempio - opposto: quello di giornali che interessino un pubblico compreso tra le 2000 e le 5000 persone, giornali di provincia, settoriali,ecc.
Non potranno mai diffondere le idee nuove nella loro totalità ma potranno certamente pubblicare tutte le novità proposte da uno dei loro tanti lettori, e quelle idee diventeranno accessibili a tutti gli altri.Ora ,se supponiamo che ogni comunità tra i 5000 e i 10000 membri abbia un suo giornale, potremmo dare per certo che tutte le idee nuove vengano pubblicate, benchè non necessariamente lette da tutti gli abitanti del globo.Per quanto semplice però il procedimento non elude tuttavia il rifiuto delle idee nuove e ha come possibile conseguenza una moltiplicazione e diversificazione di sottociviltà.
Con questo esempio immaginario ho voluto illustrare come la comunicazione generalizzata,contrariamente all'idea che comunemente se ne ha non favorisca lo sviluppo culturale o quello del sapere umano ma sia invece uno strumento di impoverimento.
LA FORMA DI COMUNICAZIONE PIU' VALIDA SEMBRA RIMANERE QUELLA FACCIA A FACCIA!!
( DA " UTOPIE REALIZZABILI " DI YONA FRIEDMAN - EDIZIONI QUODLIBET )
Immaginiamo un giornale (o una biblioteca) che voglia raccogliere tutte le idee nuove formulate in un dato momento di riferimento.Abbiamo già visto, parlando del problema dell'accesso ,che ritrovare un argomento qualunque all'interno di un simile insieme sarebbe praticamente impossibile.
Esiste un solo modo di rendere accessibile al lettore la materia delle idee contenute in un giornale o in una biblioteca: la massa del materiale deve essere ridotta.
Gli editori o i censori dovranno allora fare una selezione, selezione che sarà necessariamente malfatta, perchè a loro volta essi non saranno in grado di leggere una tale massa di informazioni per selezionarne alcune.Inoltre sarà ancora più difficile procedere a una selezione delle idee nuove e inconsuete dato che non può essere ancora stabilita la terminologia e che esse richiedono un certo periodo di riflessione.Editori e censori incaricati della selezione conserveranno automaticamente il materiale più mediocre e già noto,rifiutando le idee nuove.
Possiamo constatarlo quotidianamente ,sui nostri giornali, sugli schermi televisivi,ecc.
Immaginiamo ora un altro esempio - opposto: quello di giornali che interessino un pubblico compreso tra le 2000 e le 5000 persone, giornali di provincia, settoriali,ecc.
Non potranno mai diffondere le idee nuove nella loro totalità ma potranno certamente pubblicare tutte le novità proposte da uno dei loro tanti lettori, e quelle idee diventeranno accessibili a tutti gli altri.Ora ,se supponiamo che ogni comunità tra i 5000 e i 10000 membri abbia un suo giornale, potremmo dare per certo che tutte le idee nuove vengano pubblicate, benchè non necessariamente lette da tutti gli abitanti del globo.Per quanto semplice però il procedimento non elude tuttavia il rifiuto delle idee nuove e ha come possibile conseguenza una moltiplicazione e diversificazione di sottociviltà.
Con questo esempio immaginario ho voluto illustrare come la comunicazione generalizzata,contrariamente all'idea che comunemente se ne ha non favorisca lo sviluppo culturale o quello del sapere umano ma sia invece uno strumento di impoverimento.
LA FORMA DI COMUNICAZIONE PIU' VALIDA SEMBRA RIMANERE QUELLA FACCIA A FACCIA!!
( DA " UTOPIE REALIZZABILI " DI YONA FRIEDMAN - EDIZIONI QUODLIBET )