Sunday, June 29, 2008

LA COMUNICAZIONE DI MASSA SOFFOCA LE IDEE NUOVE

Dire che la comunicazione di massa è d'ostacolo alle idee nuove, sembra essere a tutta prima una stupidaggine.Purtroppo questa considerazione è una realtà.
Immaginiamo un giornale (o una biblioteca) che voglia raccogliere tutte le idee nuove formulate in un dato momento di riferimento.Abbiamo già visto, parlando del problema dell'accesso ,che ritrovare un argomento qualunque all'interno di un simile insieme sarebbe praticamente impossibile.
Esiste un solo modo di rendere accessibile al lettore la materia delle idee contenute in un giornale o in una biblioteca: la massa del materiale deve essere ridotta.
Gli editori o i censori dovranno allora fare una selezione, selezione che sarà necessariamente malfatta, perchè a loro volta essi non saranno in grado di leggere una tale massa di informazioni per selezionarne alcune.Inoltre sarà ancora più difficile procedere a una selezione delle idee nuove e inconsuete dato che non può essere ancora stabilita la terminologia e che esse richiedono un certo periodo di riflessione.Editori e censori incaricati della selezione conserveranno automaticamente il materiale più mediocre e già noto,rifiutando le idee nuove.
Possiamo constatarlo quotidianamente ,sui nostri giornali, sugli schermi televisivi,ecc.
Immaginiamo ora un altro esempio - opposto: quello di giornali che interessino un pubblico compreso tra le 2000 e le 5000 persone, giornali di provincia, settoriali,ecc.
Non potranno mai diffondere le idee nuove nella loro totalità ma potranno certamente pubblicare tutte le novità proposte da uno dei loro tanti lettori, e quelle idee diventeranno accessibili a tutti gli altri.Ora ,se supponiamo che ogni comunità tra i 5000 e i 10000 membri abbia un suo giornale, potremmo dare per certo che tutte le idee nuove vengano pubblicate, benchè non necessariamente lette da tutti gli abitanti del globo.Per quanto semplice però il procedimento non elude tuttavia il rifiuto delle idee nuove e ha come possibile conseguenza una moltiplicazione e diversificazione di sottociviltà.
Con questo esempio immaginario ho voluto illustrare come la comunicazione generalizzata,contrariamente all'idea che comunemente se ne ha non favorisca lo sviluppo culturale o quello del sapere umano ma sia invece uno strumento di impoverimento.
LA FORMA DI COMUNICAZIONE PIU' VALIDA SEMBRA RIMANERE QUELLA FACCIA A FACCIA!!

( DA " UTOPIE REALIZZABILI " DI YONA FRIEDMAN - EDIZIONI QUODLIBET )

Wednesday, June 25, 2008

Buona Visione del Mondo !














Il semplice guardare una cosa non ci permette di progredire.
Ogni guardare si muta in un considerare,ogni considerare in un riflettere,ogni riflettere in un congiungere.
Si può quindi dire che noi teorizziamo già in ogni sguardo attento rivolto al mondo.
Se però l'astrazione , di cui temiamo , deve essere neutralizzata , e se il risultato di esperienza, che ci auguriamo deve risultare autenticamente vitale e utile, è necessario saper compiere questi passaggi con coscienza, autoconsapevolezza, libertà e per servirsi di un espressione ardita, con ironia.

( dalla TEORIA DEI COLORI di Johann Wolfagang Goethe edizioni Il Saggiatore )

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Monday, June 23, 2008

La Vita Aldilà Dell'Immagine
















La natura intera si scopre anche a un altro senso.Si chiudano gli occhi, si presti attento ascolto e , dal piu leggiero soffio fino al piu selvaggio rumore, dal piu elementare suono fino al più complesso accordo, dal più veemente e appassionato grido fino alle più miti parole della ragione, sarà sempre la natura a parlare , a rilevare la propria presenza, la propria forza, la propria vita e le proprie connessioni, cosicchè un cieco , a cui l'infinitamente visibile fosse negato, in ciò che è udibile potrà cogliere un infinitamente vivente.
Cosi la natura parla a gli altri sensi, sensi conosciuti,misconosciuti, ignoti; così parla a se stessa e a noi attraverso mille manifestazioni.
Per l'uomo attento essa mai è in alcun suo luogo morta o muta, e alla solida terra ha anzi concesso un confidente, un metallo, nelle cui più piccole parti abbiamo possibilità di leggere ciò che accade nell'intero.Per quanto questa lingua ci possa apparire spesso varia, complicata e incomprensibile, pure i suoi elementi rimangono sempre i medesimi.
Con un delicato gioco di pesi e contrappesi la natura oscilla in questo o quel senso , e sorge così un di quà e un di là, un sopra e un sotto, un prima e un dopo, dai quali sono condizionate tutte le manifestazioni che si presentano nello spazio e nel tempo.
Noi ci accorgiamo nelle maniere più diverse di questi universali movimenti e determinazioni.Ora li cogliamo come un semplice respingere e attrarre , ora come una luce che si accende e scompare, oppure come moto dell'aria, come vibrazione del corpo, come acidificazione e deacidificazione- sempre tuttavia come qualcosa che congiunge o separa, che induce al movimento ciò che è dato e che produce una qualche sorta di vita.
Ma ritenendo quei pesi e contrappesi di diseguale effetto, si è anche tentato di definire questo rapporto.Si è ovunque notato e si è ovunque parlato di un più e di un meno, di un agire e di un resistere, di un fare e di un patire, di uno spingere innanzi e di un contenere, di un violento e di un misurato, di un maschile e di un femminile.
Si forma in questo modo un linguaggio, un simbolismo che si puo impiegare e utilizzare in casi analoghi in qualità d'immagine come espressione strettamente affine.

( dalla TEORIA DEI COLORI di Johann Wolfgang Goethe Edizioni Il Saggiatore )

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